DPCM 03 dicembre 2020 testo e allegati
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il DPCM del 3 dicembre contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Fonte governo.it
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il DPCM del 3 dicembre contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Fonte governo.it
di Cecilia D’Elia
5 Febbraio 2021
Pur sapendo che questa crisi avrebbe colpito soprattutto le donne, abbiamo letto con incredulità la durezza dei dati forniti da Istat sulla perdita di posti di lavoro a dicembre. Su 101mila posti di lavoro persi, 99mila sono posti di donne. La crisi economica morde ferocemente e si accanisce verso le posizioni più fragili nel mondo del lavoro. La Pandemia ha già cambiato tutto e non può essere affrontata nella sua dimensione sanitaria, sociale e economica senza visione, senza elaborazione della tragedia che stiamo attraversando, senza rimettere al centro della politica la vulnerabilità e l’interdipendenza, in una parola le vite delle persone, la necessità di ricostruire il tessuto sociale lacerato, l’attenzione all’età della vita. Bisogna curare le nostre società.
Per questo ci vuole politica, capacità di sciogliere nodi antichi del nostro sistema Paese e di farlo mentre si contrasta l’emergenza. Con questo spirito siamo stati ai tavoli programmativi, per operare un salto di qualità nell’azione del governo Conte e migliorare il Recovery Plan. Con questa consapevolezza lavoriamo alla nascita del governo Draghi sostenuto da una maggioranza ampia, europeista, a partire dall’alleanza che abbiamo coltivato con 5S e Leu.
E quando dico noi penso al Pd tutto, ma penso in particolare alle democratiche. In prima fila, nelle istituzioni, nella società, con le associazioni di donne e i movimenti nati attorno alle richieste sul Recovery Plan, nello sforzo che il partito sta facendo.
Si è creata una lettura condivisa della crisi e della necessità di mettere al centro l’obiettivo di tutelare e far crescere l’occupazione femminile. La pandemia ha ulteriormente evidenziato le distorsioni, le iniquità e le discriminazioni presenti nella società; le disuguaglianze di genere e il forte divario nell’accesso al lavoro sono condizioni che penalizzano il Paese. In questi mesi siamo state in prima fila come democratiche per orientare il programma del governo e il Next generation EU in modo da assumere come asse portante l’obiettivo della parità di genere, in modo trasversale ai tutti i progetti. Abbiamo rotto l’argine della missione cinque, quella dell’inclusione sociale, in cui in un primo tempo era stata costretta la dimensione di genere.
Abbiamo indicato la direzione dell’empowerment delle donne come grande questione nazionale che attiene alla qualità della convivenza e del modello di sviluppo. Perché non abbiamo proposto semplicemente le rivendicazioni per un pezzo di Paese, ma una lettura della crisi, che è crisi della cura, e una richiesta di cambiamento dell’organizzazione sociale: investire sulle infrastrutture sociali, fare della cura una grande questione pubblica, riformare il welfare.
Non ripeterò puntualmente le nostre proposte, dall’imprenditoria femminile alla riforma del congedo di paternità. Sono nei documenti del Pd, nel suo programma, nelle mozioni parlamentari, nelle piattaforme condivise.
È la questione di genere che deve vivere nella formazione del nuovo governo, che riguarda il futuro del paese, è il lavoro fatto in questi mesi, di cui le democratiche sono state promotrici insieme ad altre donne, che va portato al presidente Draghi, per un governo dove le donne devono esserci, da protagoniste.
Petizione a sostegno dell’approvazione della proposta di legge Atto Camera n. 1275 per introdurre il salario minimo a 9 euro l’ora (ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione).
Le notizie ufficializzate ieri in conferenza stampa dall’Assessore Regionale alla Sanità Alessio D’Amato, dal Consigliere Regionale Enrico Panunzi e dalla Direttrice Generale della ASL di Viterbo Daniela Donetti, rappresentano una straordinaria risposta per la riorganizzazione ed il rilancio del sistema sanitario territoriale.
La rapidità delle scelte compiute, ad emergenza sanitaria ancora in corso, consentiranno di avviare in tempi stretti un percorso di trasformazione della sanità viterbese per essere più vicina ai cittadini e più aderente alle diverse esigenze territoriali e ai diversi bacini di utenza. Del resto, proprio la pandemia ha reso evidente la necessità di un sistema sanitario e di assistenza capace di erogare servizi di prossimità che siano efficaci e tempestivi.
Inoltre, straordinaria la portata degli investimenti che si aggirano tra i 60 e i 70 milioni di Euro ed avranno ricadute concrete su molte realtà locali, ridisegnando complessivamente il servizio sanitario a livello provinciale.
Un ringraziamento va quindi alla Regione Lazio, in particolare all’assessore D’Amato e al consigliere Panunzi che ha presentato le esigenze del nostro territorio, e alla Direttrice generale dell’Asl di Viterbo Donetti, per il lavoro fatto e in particolar modo per la scelta compiuta di investire sul sistema sanitario pubblico come pilastro fondamentale della ricostruzione dei territori e del paese. Scelta che sarà fondamentale per restituire sicurezza e benessere ai cittadini e, insieme, dare un forte impulso al rilancio del sistema economico per uscire dalla crisi.
Manuela Benedetti
Segretaria Federazione Pd Viterbo
WhatsApp us